Agostino: il linguaggio

Antony Kenny (nato a Liverpool nel 1931), analizza Il Maestro agostiniano, opera precedente le Confessioni, dedicata più al linguaggio che all’educazione in generale, nella quale l’autore immagina di dialogare con il figlio Adeodato. Agostino sostiene che utilizziamo il linguaggio per vari scopi, che vanno al di là della semplice comunicazione. Nel testo troverai alcune abbreviazioni: Conf. Sta al posto di Confessiones e Dmg al posto di De magistro.
Nella parte delle Confessioni in cui ripercorre la propria infanzia, Agostino descrive l’apprendimento del linguaggio. Un passo di tale descrizione (qui citato dal testo di Kenny) è divenuto particolarmente famoso: 
Quando i circostanti chiamavano con un certo nome un certo oggetto e si accostavano all’oggetto designato, io li osservavo e m’imprimevo nella mente il fatto che, volendo designare quell’oggetto, lo chiamavano con quel suono. Che quella fosse la loro intenzione, lo arguivo dal movimento del corpo, linguaggio, per così dire, comune di natura a tutte le genti e parlato col volto, con i cenni degli occhi, con i gesti degli arti e con quelle emissioni di voce, che rivelano la condizione dell’animo cupido, pago, ostile o avverso.
Così le parole che ricorrevano sempre a un dato posto nella varietà delle frasi, e che udivo di frequente, riuscivo gradatamente a capire quali oggetti designassero, finché io pure cominciavo a usarle, dopo aver piegato la bocca ai loro suoni, per esprimere i miei desideri (Conf. I. 8. 13.)


Commenti

Post popolari in questo blog