L’educazione cristiana fino a sant’Agostino




La religione cristiana innova profondamente le prassi educative, con il tema del rinnovamento interiore e del perfezionamento continuo, basati sull’amore per gli altri. Inoltre, è aperta a tutti e riconosce la specificità dei bisogni dell’infanzia.

Nella difesa del cristianesimo dalle accuse mosse dalla società romana e dalle eresie si impegnano i Padri apologisti che recuperano, in un confronto serrato, molti concetti della filosofia greca. Nascono anche le prime scuole, che si propongono sia di
formare i nuovi aderenti alla confessione cristiana sia di educare la comunità. In seguito lasceranno spazio a scuole di teologia.

La Patristica greca (i cui maggiori rappresentanti sono Clemente Alessandrino, Origene e Giovanni Crisostomo) tende a conciliare la cultura cristiana con la cultura pagana. Inoltre attribuisce a Dio/
Cristo un ruolo di educatore dell’umanità.

La Patristica latina mantiene una maggior diffidenza verso la filosofia, anche se con una varietà di posizioni. Minucio Felice rivolge dure critiche ai filosofi, Tertulliano condanna tutto il sapere pagano, Gerolamo svaluta la formazione umanistico- letteraria, mentre Ambrogio, pur criticando gli autori antichi, non esita a trarne spunto. Gerolamo è attento all’educazione femminile, soprattutto delle future monache, mentre Ambrogio riflette sulla
formazione spirituale del cristiano.

Agostino valorizza la cultura pagana e la inserisce nell’educazione cristiana con una funzione strumentale. Nel processo educativo dedica grande attenzione a delineare il rapporto tra maestro e allievo, la funzione di stimolo del primo e la curiosità da alimentare nel secondo, e a descrivere la dimensione  affettiva in cui deve avvenire la formazione. Sviluppa, in chiave cristiana, il tema dell’autoeducazione e della funzione maieutica del maestro.

Commenti

Post popolari in questo blog